FERRARA. Era il primo processo “pilota”, a Ferrara, in materia di usura bancaria: sotto accusa tre funzionari di Unicredit Corporate Banking che nel corso degli anni tra il 2009 e 2011 avevano praticato – secondo la procura – interessi a tassi usurai che arrivano fino al 30.57% trimestrali a due imprenditori ferraresi, marito e moglie. Calcoli che però al processo che si è dibattuto nei mesi scorsi, e concluso giovedì scorso, sono stati messi in discussione dai consulenti tecnici di Unicredit per i tre funzionari assistiti dall’avvocato Massimiliano Jovino di Bologna.

Alla fine i giudici del tribunale (Marini, Attinà e Testoni) hanno valutato che non vi fosse il reato o quantomeno non fosse raggiunta la prova: nella tarda serata di giovedì hanno assolto i tre dirigenti Unicredit con formule che vanno dalla assoluzione piena a quella dubitativa. Questioni tecniche, di contabilità bancaria che avevano portato la procura – il pm Ciro Alberto Savino con la supervisione del procuratore capo Bruno Cherchi – sulla base di perizie tecniche, a chiedere il processo, ottenerlo dal gup all’udienza preliminare, e quindi al termine del giudizio, giovedì scorso, a chiedere una pena di 2 anni. Niente da fare, in questo caso, poichè i giudici hanno ritenuto non vi fosse usura bancaria, alla luce della abissale divergenza tra le perizie delle due parti, accusa e difese.

Ma mai con in questo caso, vista la difficile materia, sarà necessario attendere il deposito delle motivazioni, attese tra 90 giorni per capire i motivi della assoluzione. Occorre ricordare e sottolineare che durante il processo le parti – i clienti che si dicevano usurati e la banca stessa – avevano trovato un accordo, una transazione economica. Accordo transattivo che ha soddisfatto i due clienti – imprenditori – ritirandosi poi dal ruolo di parte civile. I legali dei due imprenditori, tra questi Lorenzo Buldrini di Adusbef, pur fuori dal processo rinunciando alla parte civile, ora attendono di leggere le motivazioni, per valutare le strategie legali future.

«E’ importante – spiega il legale – a nostro avviso che, in generale, vi sia il presidio penale dell’usura poichè rappresenta un deterrente su irregolarità e scorrettezze da parte degli istituti». Si trattava del processo pilota, il primo a Ferrara in materia ed ha avuto questa conclusione, per cui la stessa procura ora è in attesa della lettura della motivazione per poter eventualmente appellare l’assoluzione. «In questo caso – ribadisce Buldrini – l’importante è che cliente e banca abbiano trovato un accordo che soddisfa le richieste del cliente e ciò è un buon risultato». I processi, del resto- ribadiamo soprattutto per questa materia, “nuova” dal punto di vista giudiziario – vengono celebrati per accertare fatti e valutare se il nodo del contendere abbia risvolti penali oppure no. In questo caso, si può dire che il processo abbia creato un precedente che servirà per il futuro.

Occorre infatti ricordare che sono pendenti altri casi di usura bancaria in tribunale a Ferrara. Il primo è fissato al 10 marzo e vede sotto accusa per usura bancaria altri tre dirigenti, della Banca Nazionale del Lavoro di Ferrara. La differenza tra questo caso è quello concluso per Unicredit è dovuta ai numeri che vengono contestati dei tassi usurai, oltre il “tasso di soglia”: nel processo Unicredit, dicevamo, si raggiungeva il 30% in questo caso; per quello della Bnl, invece la procura che ha chiesto e ottenuto il processo contestando tassi usurai, tra il 2008 e 2012, si parla di sforamenti non eccessivi che vanno dallo 0.027 al1.242%. Dal 10 marzo, parola ai giudici.

 

Fonte: La Nuova Ferrara

Segnalato da Elisabetta Ribatti